Storie dal Mondo

TORAJA: IL CULTO DEI MORTI

STORIE DAL MONDO

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Toraja, oltre ad essere una regione del Sulawesi (Indonesia), è anche il nome di un’etnia venuta dal mare, probabilmente da una zona dell’Indocina.

La maggior parte dei Toraja è di religione cristiana, cattolica o protestante. Quando muore un membro della famiglia, dopo pochi giorni, viene celebrato il funerale.

Il corpo, però, non viene sepolto.

Trattato con formalina, viene portato nella casa in cui viveva con la famiglia e lì rimane finché non viene deciso da parte di tutti i parenti di tumularlo. Solo allora verrà seppellito e il suo spirito potrà abbandonare la casa in pace.

Il defunto, durante il periodo in cui rimane con la famiglia, non viene considerato morto, ma dormiente in quanto il suo spirito rimane nell’abitazione. Solo quando tutti saranno in pace, lo spirito potrà andarsene e il corpo sepolto.

Il culto dei morti dei Toraja deriva da un tradizione animista. E’ una dimostrazione di amore ed una elaborazione del lutto. Durante questa elaborazione del dolore i parenti offrono al congiunto cibo e bevande a simboleggiare che la vita continua.

Quando tutti i familiari sono pronti a separarsi dal defunto, e trovate le risorse economiche, si celebra il rituale che, a seconda della classe sociale del defunto, può durare anche oltre una settimana.

Durante le celebrazioni vengono sacrificati molti animali, soprattutto buoi, così che lo spirito possa raggiungere Puya (il regno delle anime), e maiali, che serviranno al suo sostentamento.
Se il corpo non avrà una degna sepoltura e un adeguato rito funebre, lo spirito non riuscirà a raggiungere Puya e diventerà un Bombo, uno spirito maligno che vagherà nel villaggio per tormentare i vivi.

La bara è lavorata con cura, decorata con stoffe pregiate.
Tau Tau

Vengono posti oggetti che il defunto usava quotidianamente, compresi alcolici e sigarette. La cassa viene riposta in una grotta scavata nelle pareti rocciose. Davanti viene posto un manichino di legno con le fattezze del morto, chiamato Tau Tau. Il volto guarda verso il villaggio come se continuasse a vegliare su di esso e sui propri cari.
I bambini molto piccoli sono collocati all’interno di tronchi di alberi. Un
solo tronco può ospitare fino a dieci bimbi: l’albero continua a vivere e ne custodisce le spoglie.

Il defunto rimane una presenza costante nella comunità. Infatti, una volta all’anno tra luglio e agosto, si svolge il Ma Nene.

E’ una cerimonia in cui le bare vengono riportate nel villaggio e aperte. Alle mummie viene cambiato l’abito, pettinate, sistemati gli occhiali a coloro che li portavano quando erano in vita. Viene offerto cibo, alcolici e sigarette. Per tutto il giorno le mummie verranno portate in giro per il villaggio a salutare i parenti e gli amici, cogliendo anche l’occasione per scattare qualche foto.

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