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La tavola ouija è una tavolozza di legno sulla quale sono incise delle lettere, dei numeri e le parole “sì”, “no” e “arrivederci”.
I partecipanti, seduti intorno a un tavolo, posando in modo leggero l’indice della mano destra sull’indicatore, evocano l’entità con la quale desirano comunicare.
Vengono poste delle domande e attraverso un medium, l’indicatore si muove sulla tavola ouija e compone la risposta utilizzando le lettere e le cifre disegnate sul supporto.
Pare che uno strumento simile alla tavola ouija sia stato usato nell’antichità da Pitagora con l’intento di mettersi in contatto con il mondo invisibile, ma non abbiamo nessuna prova che confermi tutto ciò.
C’è davvero uno spirito dietro tutto questo?
E’ solo suggestione?
C’è una spiegazione scientifica?
Secondo alcuni scienziati è la nostra mente che inconsciamente genera dei movimenti del corpo. Tale teoria viene definita “effetto ideomotorio” o “effetto Carpenter”.
Il fisico William Carpenter fu il primo, nel suo saggio “On the relation of Mind and Matter” del 1852 a parlare dell’effetto ideomotorio. La sua teoria fu successivamente studiata e riconfermata anche dallo scienziato Micheal Faraday e dal chimico Michel Eugène Chevreul, i quali misero a punto altri esperimenti per valutarne l’esattezza.
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