VI RACCONTO TORINO

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Nei primi mesi dell’anno 1716, la data è incerta, Vittorio Amedeo diede ufficialmente l’incarico a Filippo Juvarra di costruire una Basilica sul colle di Superga.

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Nel maggio del 1716 iniziarono i lavori di demolizione della vecchia chiesa e il conseguente abbassamento del colle che fu compiuto in un tempo molto breve, considerando gli strumenti a disposizione, nell’arco di un anno fu abbassato di quaranta metri.

Nel corso dei lavori risultò che l’area occupata dall’antica chiesa e i terreni ceduti dal comune, non erano sufficienti a formare un piazzale con le dimensioni richieste dal Juvarra, il Re dovette perciò comprare altri appezzamenti di terreni da alcuni privati.

Mentre le squadre degli operai lavoravano allo scavo, la grande quantità di materiale (pietre, mattoni, marmi, legnami ecc.) che proveniva da luoghi diversi veniva depositata ai piedi della salita che porta al colle, per cui la località venne chiamata “Sassi” nome con cui ancor oggi è conosciuta dai torinesi.

Il 20 Luglio 1717, terminati gli scavi, venne deposta la prima pietra collocata sotto il grande pilastro che divide la sacrestia dalla cappella dedicata alla Beata Margherita di Savoia.

Le cave di marmo maggiormente sfruttate erano quelle di Frabosa, Cassino, Rossasco, Foreste, mentre l’onice veniva tolto dalla cava di Busca-Dronero.
Per la maggior parte i blocchi di marmo, venivano abbozzati e talvolta lavorati sul posto, poi trasferiti a Superga.

La sabbia veniva scavata e tolta presso la confluenza del Po con la Stura presso Lanzo. La calce e mattoni venivano preparati sul colle.

LA CHIESA

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La maestosa facciata è sormontata da una cupola e affiancata da due campanili gemelli. Raggiunto il piazzale si sale da tre diverse gradinate sulla piattaforma balaustrata, da dove sorge edificio. Il pronao a otto colonne di marmo introduce nell’interno.

La Basilica è a pianta circolare, con un prolungamento longitudinale verso il presbiterio, il pavimento di marmo colorato è a rosoni circolari. La chiesa misura 75 metri di altezza, 51 di lunghezza e 34 di larghezza.

Entrando nella Basilica si può notare che la cupola poggia su una maestosa struttura divisa in due ordini. Il primo ordine è costituito da otto colonne scanalate di marmo grigio. Nonostante le nove sezioni in cui sono divise, queste colonne non perdono la loro eleganza. La loro altezza, dal piedistallo di base ai capitelli corinzi, è di 20 metri e 30 centimetri.

Il secondo ordine è costituito dalla balaustra in legno scuro e dal tamburo, tramezzato da otto finestroni ritmati da otto colonne rudentate di marmo di Gassino o da altre otto di marmo di Brossasco, queste ultime sono tortigliate per un terzo del busto.

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Alla destra vi si trova la sacrestia a forma di cupola terminante in un lanternino elittico, la sacrestia è tutta rivestita da armadi in legno di noce disegnati dallo stesso architetto.

Alla sinistra invece si trova una cappella modesta, con tre finestre rettangolari e una lunetta. Lo Juvarra aveva fatto costruire questa cappella perché servisse ai convittori da coro invernale, non per accogliere la statua della Madonna del voto, che in un primo tempo aveva pensato di collocare sull’altare maggiore, cambiata poi idea, la statua fu messa nel coro invernale su di un altare in legno appositamente costruito.

GLI ALTARI

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Il 16 novembre 1729, lo Juvarra trasmetteva al Cametti da Gattinara l’ordine di elaborare il bassorilievo per l’altare maggiore e i quattro altari da collocarsi nelle quattro rispettive cappelle.

La scultura deve rappresentare “in aria la gloriosa Vergine con il Bambin Gesù in braccio retta da grappoli di angeli, con il B. Amedeo di Savoia in atteggiamento di preghiera; sotto in basso un gruppo di cavalli e di cavalieri in combattimento, in lontananza la veduta di Torino per ricordare gli avvenimenti del 7 settembre 1706).

Vengono poi commissionate a Sebastiano Ricci le tele che rappresentano S. Luigi, Re di Francia, che mostra la corona di spine in presenza di S. Remigio, Vescovo dì Reims, e il martirio di S. Maurizio e compagni.

Le rimanenti sono commissionate al Beaumont e rappresentano l’una S. Carlo Borromeo che distribuisce l’Eucarestia agli appestati di Milano, l’altra la B. Margherita dì Savoia con accanto il Salvatore.

Stefano Andrea Fiorè, maestro di musica della Real Casa, dietro istruzioni del Juvarra costruì l’organo che aveva due tastiere di tre registri, fu poi l’organaro Giuseppe Calandra che mise in esecuzione nel 1735 l’istruzione del Fiorè; Carlo Maria Ugliengo costruì la cassa armonica.

Nel 1789 Gioacchino Concone ricostruì dal vecchio organo uno nuovo, quello attuale. Tolse una tastiera e modificò in tutto i registri, anche la cassa armonica venne cambiata in quella attuale dallo stesso Concone.

INAUGURAZIONE DELLA BASILICA

Verso la fine dell’anno 1730 la chiesa era finita, anche il caseggiato, destinato ad accogliere i convittori era finito, arredato e reso abitabile, mancava da finire la residenza del Re (la parte rimasta incompiuta) a questa si sarebbe pensato in seguito, purtroppo non se ne fece nulla ed è rimasta così come era allora.

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La sera del 31 ottobre il grande elemosiniere del Re, il Rev. Don Francesco Arborio da Gattinara benediceva la chiesa alla presenza dell’architetto Juvarra, Il giorno seguente il 1 novembre 1731 la chiesa veniva aperta al pubblico con una solenne celebrazione.

Alla cerimonia era presente il Re Carlo Emanuele III, lo Juvarra, i convittori, le autorità civili e un numeroso pubblico; mancava solo Vittorio Amedeo II, l’ispiratore e l’ideatore della Basilica. Il figlio non gli permise di essere presente all’inaugurazione lasciandolo relegato nella residenza di Chambery.

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Nel 1774 verrà realizzato il progetto “cripta” quando Vittorio Amedeo III incaricò l’architetto Francesco Martinez, nipote del Juvarra, di sistemare i sotterranei trasformandoli in un mausoleo.

Alla morte del Martinez, avvenuta nel 1777, i lavori erano quasi del tutto ultimati, Vittorio Amedeo III l’anno successivo potè inaugurare la cripta e iniziare le tumulazioni delle salme, traslocandole dalle varie località in cui erano state tumulate.

La cripta è a forma di croce latina con ai lati del braccio trasversale due cappelle sottostanti, una il lato della sacrestia e l’altra il lato della cappella del voto. Alla cripta si accede percorrendo, prima, un maestoso scalone di marmo, poi un ampio corridoio.

Il vano semicircolare al termine dello scalone è abbellito da una scultura di marmo di Carrara, che il Re Vittorio Emanuele II vi fece collocare nel 1878. La scultura era precedentemente esposta nella sala di ingresso dell’Armeria Reale di Torino alla quale era stata donata da Maria Teresa di Borbone e raffigura S. Michele Arcangelo che sconfigge il demonio.

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