CELTI
La notte del solstizio invernale è quella più lunga dell’anno.
L’oscurità trionfa prepara il cammino e si trasforma in luce. Si attende l’alba quando la Grande Madre darà vita al Sole Bambino, che porta con sé la speranza e la promessa dell’estate. E’ il momento dell’anno in cui gli spiriti della Terra riposano per prepararsi al lavoro che ci sarà nel ridare alla Terra nuova vita con la Primavera.
Nelle tradizioni germanica e Celtica precristiana, Yule è la festa del solstizio d’inverno.
Nel paganesimo e nel neopaganesimo rappresenta uno degli otto giorni solari e viene celebrata intorno al 21 dicembre nell’emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale.
Le famiglie pagane portavano un albero in casa in modo che gli spiriti dei boschi potessero rimanere al caldo nei mesi invernali. Venivano appese delle campanelle così da poter riconoscere quando uno spirito era presente, oltre a del cibo. Infine veniva posta una stella a cinque punte a capo dell’albero.
Gli antichi greci festeggiavano una celebrazione simile per assistere il Dio Kronos in battaglia contro Zeus e i Titani.
I Romani invece festeggiavano il Dio Saturno, la festa Saturnalia iniziava a metà dicembre per finire il primo di Gennaio. I Sassoni celebravano Modranect il 24-25 Dicembre, la notte della Madre, era la celebrazione della nascita del sole per il solstizio d’inverno.
Il giorno che seguiva la notte della Madre era per festeggiare la rinascita, il ritorno della speranza e della vita.
L’etimologia della parola “Yule” (Jól) non è chiara probabilmente deriva dal norreno Hjól (“ruota”), con riferimento al fatto che, nel solstizio d’inverno, la “ruota dell’anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire”.
Yule è celebrato attraverso il fuoco e con l’uso di un ceppo. Questa antica tradizione si svolge usando un ceppo di Quercia che viene tagliato, decorato con aghi di pino e pigne e quindi bruciato nel caminetto per simbolizzare il sole che ritorna.
Anche la ghirlanda è un simbolo di Yule perchè rappresenta la ruota che sempre gira e il cerchio senza fine che ogni volta si compie: la natura infinita della vita. E’ tradizione fare una ghirlanda di vischio e rami di abete per simboleggiare l’antica ruota attraverso cui passavano i pagani.
Ci sono molti modi per celebrare questa festa.
Per esempio fare un albero solstiziale decorato con tante piccole raffigurazioni del sole, si possono accendere candele o luci per rappresentare la nascita delle nostre speranze per il nuovo anno. Gli alberi sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. Quest’albero, che mantiene le sue foglie tutto l’anno, è un simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l’oscurità dell’inverno.
In Scandinavia si offrivano agli alberi birra e pane. L’albero di Yule rappresenta la fortuna per una famiglia, un simbolo della fertilità dell’anno che verrà. Bere Wassail, una bevanda a base di vino e o sidro con frutta e spezie, a Yule è una delle più tipiche tradizioni inglesi. La parola Wassail deriva da Wes Hal che significa “alla tua salute”.
Anche se cade nel momento più scuro dell’anno, Yule è un momento sacro e di pace.
La concentrazione del singolo dovrebbe essere verso la famiglia, gli antenati, la pace e la serenità.
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[…] del culmine dell’inverno, che cadeva tradizionalmente il 1º febbraio, nel punto mediano tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di […]
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