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… ATTENDENDO IL SOLSTIZIO
Rinfrescava, quella notte. Gli occhioni di Losille erano spalancati verso il cielo.
Mancavano ancora due mesi al solstizio d’inverno. Le colline, la pianura, il bosco brillavano per le gocce di brina e si stagliavano contro un cielo di velluto blu.
La gatta di casa la stava aspettando e le saltò in braccio desiderosa di condividere la magia di quel momento. Le stelle ammiccavano in attesa. I campi presto si sarebbero coperti di neve e ne attendevano la benedizione.
Tutto l’annunciava: la Signora dell’Inverno sarebbe scesa sulla terra.
Sarebbe apparsa cavalcando un destriero bianco, preceduta da rondini e cicogne, seguita da bellissime donne che volavano in groppa a dei gatti, scortata da lupi e orsi. La immaginava coperta da candide vesti, i bianchi capelli che le incorniciavano il volto rugoso, gli occhi luminosi e gentili che si posavano benevoli sul mondo. Losille aveva sentito raccontare dalla nonna che la Signora visitava ogni casa, entrando dalla cappa del camino, ma non voleva essere vista dagli abitanti. Se trovava tutto in ordine e armonia, spargeva doni di luce e fortuna, ma se trovava sporcizia e disordine si allontanava.
La ragazzina rientrò. Il silenzio della notte pervadeva la piccola casa. I fusi, posati accanto al focolare, erano illuminati da un raggio di luna. Losille aveva messo molta attenzione nel lavoro. Se, durante la visita, la Signora avesse notato cura e impegno nel filato, avrebbe riempito la conocchia di bellissimi fili dorati, come un invito a seguirli. Quei magici filamenti, provenienti da mondi fatati, erano la via verso le Antiche Armonie. Losille si coricò, cullata da un caldo e morbido ronronare.
La vide in sogno: domava il vento, l’espressione dolce e fiera, gli occhi che scintillavano tra i fiocchi di neve. Era una vecchia Donna, ma con il disgelo avrebbe mutato aspetto, le rughe scomparse, la pelle liscia e luminosa. La vide diventare una fanciulla splendida. La vide bagnarsi nelle fonti, i luoghi di confine tra il mondo degli uomini e la dimora degli esseri di Luce. La vide quando, grazie a lei, il sole sorgeva ogni mattina, le piante si coprivano di fiori e davano abbondanti frutti. La vide comparire nel fondo di una grotta buia o in un profondo crepaccio.
Losille allungò una mano per toccarla. La luce dell’alba penetrò dai vetri. Si svegliò.
Accarezzò la gatta. Aveva ancora negli occhi la magia di quel sogno meraviglioso.
tratto da Storie magiche all’Ombra della Grande Quercia di Eleonora Barmasc
a cura di Cristina Tartaglino
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