Intorno al 100 a.C. oltre un terzo della popolazione romana era composta da schiavi.
Tuttavia il padrone era ben conscio del fatto che un lavoratore ben nutrito e abbastanza contento, valeva molto di più di un lavoratore scontento, perciò la maggior parte degli schiavi domestici era trattata abbastanza bene.
Gli schiavi colti come i segretari, le nutrici e i tutori greci diventavano persone di famiglia.
Non vi erano contatti con il padrone e le condizioni di vita potevano essere davvero insostenibili. Inoltre mentre gli schiavi domestici potevano sperare di venire liberati alla morte del padrone, questo era assai improbabile per gli schiavi delle industrie.
Una volta liberi, gli schiavi diventavano “liberti” e potevano accedere a professioni che fino a quel momento erano state loro vietate.
Ugualmente però il liberto continuava ad avere vari obblighi verso la famiglia del suo ex-padrone ed in cambio la famiglia doveva preoccuparsi del benessere dei suoi ex-schiavi.
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