LEGGENDE

I Sao: la leggenda dei giganti

I Sao erano talmente alti di statura che i loro archi erano costruiti con interi tronchi di palma. Le loro ciotole, grandi come giare funerarie, potevano contenere due uomini seduti.

L’anziano di una tribù del Ciad, di quelle che ancora vive al massimo la vita senza compromessi, senza cuore di tenebra e con gli occhi sognanti, riunisce il gruppo alla sera. I celebranti accendono un fuoco. I musici intonano ritmi tribali. Le orme proiettate dalle fiamme infernali del fuoco da campo proiettano sui muri delle capanne ombre arcaiche, appartenute a un tempo che fu e che magari sarà ancora.

La memoria collettiva si attiva, le menti di ogni singolo membro della tribù tornano ai primordi, mentre la voce profonda dell’anziano narra una storia antica di leoni.

“I Sao pescavano senza reti, sbarrando il corso dei fiumi con le mani. Prendevano gli ippopotami a mani nude. Quando parlavano la loro voce rintronava come il brontolio del tuono e avevano la pelle bianca.”

Questa però non è solo una leggenda. E’ la storia di un popolo, che affonda le origini in un’antica popolazione di giganti la cui esistenza fu portata alla luce tra il 1936 e il 1939 dalle spedizioni di Lebeuf e Graule. Queste spedizioni sono riuscite a tracciare un profilo abbastanza frammentario sugli usi di Giganti di cui si sa solo che usavano per le onoranze funebri giare a forma di uovo per contenere i cadaveri. Come corredo funerario venivano usate delle figure antropomorfe dagli aspetti fisici alquanto fantasiosi rappresentanti i defunti.

I Sao furono sterminati dagli arabi durante il X secolo.

Ma non sono solo le tribù del Ciad che narrano di esseri umanoidi giganti. Essi sono presenti in ogni cultura, dall’Egitto alla Thailandia, dalla Mesopotamia all’Irlanda alle popolazioni basche.

Il “manoscritto messicano di Pedro de los Rios” narra che prima del diluvio, che si verificò 4008 anni dopo la creazione del mondo, la Terra di Anahuac era abitata dai giganti Tzocuillexo. Mentre nella tradizione Maya si parla dei Quinatezmin.
Ci sono migliaia di resoconti e leggende.
I più famosi sono forse i Nefilim. Esseri giganteschi scesi sulla Terra dal Cielo per fecondare donne umane e dare vita a ibridi giganti-umani di cui si narra nell’antico testamento .

Dove finisce la leggenda e inizia la storia?

Vi sono state decine di scoperte di ossa gigantesche, monili troppo grandi, corredi che non possono essere indossati da uomini di statura normale. Templi costruiti su vette impossibili con tecniche di incastro di pietre gigantesche senza l’aiuto di nessun rudimentale argano. Purtroppo però i costanti ritrovamenti che metterebbero in ginocchio la scienza ufficiale vengono spesso relegati in qualche magazzino dimenticato .


Tuttavia alcuni scienziati e archeologi non rinunciano a lottare per rincorrere la Verità e ogni tanto anche all’occhio dell’appassionato arrivano foto di reperti che per la scienza non dovrebbero esistere.
Sao: la leggenda dei giganti

Testa di un femore di cui entrò in possesso Herman Cortes durante la sua conquista del Messico e che donò al Re di Spagna. Una copia di un femore di tale dimensione trovato in Mesopotamia è conservato al Blanco Fossil Museum

A Glozel vicino Vichy in Francia furono rinvenute nel 1925 ossa umane giganti, crani umani grossi il doppio di quelli normali, impronte di mani giganti e monili fatti apposta per uomini giganteschi. Il tutto risalente tra 15.000 e 17.000 anni fa. Sempre a Glozel furono trovati manufatti di squisita bellezza in ceramica ed esempi di scrittura che sconvolgerebbero per sempre la teoria darwiniana dell’evoluzione e la cronologia ufficiale della storia.

Un giorno il paleontologo Ralph Von Koenigswald entrò in una farmacia di Honk Kong e osservò sul banco un gran vaso di terracotta contenente una collezione di grossi denti. Mise dentro la mano ed estrasse un grosso molare che identificò appartenere a un essere umano delle dimensioni di 4 metri. Koenigswald domandò al farmacista dove l’avesse preso. Questi gli rispose che molti ne venivano trovati in tutto il territorio cinese ed erano chiamati Denti di Drago.

Spinto dalla curiosità raccolse testimonianze e ipotizzò l’esistenza di un Gigantopiteco che abitava nelle grotte della regione del Kiang-Hsi la bellezza di 550.000 anni fa.

Von Koenigswald quindi si imbarcò alla volta di Giava dove furono ritrovati i primi resti di uomo scimmia. Qui trovò, a supporto della sua teoria, una mascella di dimensioni spropositate appartenuta a un essere umanoide che doveva essere alto non meno di 3,50 metri al quale attribuì il nome di Megantropo.

a cura di EricDraven86

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