La sposa del dio Amon
DEI E DEE ANTICO EGITTO
Le prime testimonianze di un ruolo attivo delle donne nei riti religiosi le troviamo nell’Antico Regno, dove le donne appartenenti a classi sociali elevate assumevano il ruolo di Sacerdotessa di Hathor e a volte di Neith.
Nel Medio Regno il titolo di “Sacerdotessa di Hathor” divenne molto comune, si trattava di un titolo assegnato alle mogli dei più importanti funzionari dell’Egitto. Non si hanno certezze che le funzioni fossero le stesse compiute dai sacerdoti. Al di fuori del culto di Hathor i titoli sacerdotali femminili erano rari. Infatti il clero era rappresentato quasi esclusivamente da uomini.
Nello stesso culto di Hathor le donne non raggiungevano mai posizioni di rilievo nell’ambito amministrativo, ma rimanevano sempre sottoposte all’autorità maschile.
Non si hanno nemmeno testimonianze di sacerdotesse lettrici ( i sacerdoti lettori avevano il compito di leggere i rituali scritti sui rotoli di papiro). Una spiegazione potrebbe essere che la maggior parte delle sacerdotesse non sapeva leggere, ma è più probabile supporre invece che non fosse riconosciuto il loro grado di alfabetizzazione.
Un altro titolo sacerdotale femminile lo si poteva trovare nella XVIII dinastia ed era “Divina adoratrice”.
Durante il regno di Hatshepsut era conferito alla figlia del sacerdote capo di Amon. Sotto Tuthmosi III indicava la madre della moglie principale del re. Nella XVIII dinastia il titolo fu assegnato ad alcune donne della famiglia reale, le più famose furono Nefertari, Hatshepsut e sua figlia Neferura.
Nefertari e Hatshepsut lo utilizzarono come titolo al posto di “Moglie principale del re” Quando la regina-faraone regnò al posto di Tuthmosi III, “Sposa del dio” continuò ad essere il titolo che preferiva, essendo però incompatibile con il potere da sovrana dovette concederlo alla figlia Neferura.
Qual’era la funzione della sposa del dio Amon?
Era un ufficio sacerdotale che non fu riconosciuto fino al regno di Ahmose, quando il titolo fu associato alle donne della famiglia reale divenendo parte dei titoli ad esse assegnati. Era utilizzato anche quando portavano e indossavano le insegne reali.
Esistono alcune scene in cui le spose del dio non portano alcun simbolo reale, ma indossano un costume molto più semplice. Una parrucca più corta, un sottile nastro legato dietro al capo con le estremità penzolanti e un abito aderente a volte legato in vita.
Nella scena finale di un bassorilievo, tra i vari rituali che vedono protagonista la “Sposa del Dio”, viene rappresentato un gruppo di sacerdoti con a capo la sposa del dio, che si immergono nelle sacre acque del tempio per essere purificati.
Queste scene dimostrano chiaramente che la carica di “Sposa del Dio” svolgeva un ruolo attivo nei rituali religiosi e che le era consentito, come ai sacerdoti, l’accesso ai luoghi sacri. Il faraone Amhose diede inoltre in concessione alle donne che ricoprivano questa carica proprietà che comprendevano terreni e funzionari che li amministravano.
Con il regno di Tuthmosi III il titolo cadde apparentemente in disuso e nel Nuovo Regno non ebbe più l’antico prestigio.
Ricomparve nella XIX dinastia e continuò ad essere utilizzato anche nella XX. Con il finire del Nuovo Regno, fine della XX dinastia, le famiglie reali governarono dal nord del paese. Tebe e le zone a sud rimasero sotto il controllo del gran sacerdote di Amon. I sovrani mantennero l’ufficio di “Sposa del Dio” per mantenere l’autorità in questa città.
Psammetico I, fondatore della XXVI dinastia, il quale voleva conquistare Tebe, dopo variegate trattative con Amenirdis II, erede della “Sposa del Dio” in carica, la convinse ad adottare la figlia primogenita Nitiqret.
Su una stele Prammatico I afferma:
” Gli ho dato mia figlia affinché diventi sposa del dio e le ho dato in dote molto di più di quanto avessero avuto le donne in carica prima di lei. Sicuramente si compiacerà della sua adorazione e proteggerà la terra di chi gli ha concesso questa fanciulla” Le ultime due donne alle quali fu assegnato il titolo, per la prima volta furono anche somme sacerdotesse di Amon cosa che conferì la supremazia della “Sposa del Dio” nella zona di Tebe.
La conquista dell’Egitto da parte dei persiani pose provvisoriamente fine alla carica.
Durante la XVIII dinastia vi fu una netta distinzione tra gli abiti della “Sposa del Dio” in quanto sacerdotessa e quelli usati come membro della famiglia reale. Dopo la XVIII dinastia scomparvero quasi del tutto.
A partire dal regno di Ramses VI il titolo fu conferito esclusivamente alla figlia del re.
Tra i vari compiti vi era quello di scuotere il sistro davanti alla divinità per prevenire la potenziale ira e nello stesso tempo stimolare la divinità fungendo da mano del dio, così da impedire che la fertilità dell’universo si esaurisse. Questo straordinario ruolo venne confinato alla zona tebana e il titolo di “Sposa del Dio” non comparve più sui monumenti provenienti da altre parti del Paese.
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