STORIA DELL’ANTICO EGITTO

Riunificazione antico Egitto

Gli anni del Primo Periodo Intermedio furono segnati da molte lotte clandestine e da una politica espansionistica delle province del regno.
Nelle tombe dei signori e dei cortigiani solitamente venivano collocati modellini che riproducevano uomini armati, chiaro segno dell’instabilità del periodo e della paura che ciò che avveniva in terra potesse ripetersi anche nell’aldilà.

Tuttavia, intorno alla metà del XXIII secolo a.C., una città su tutte riuscì a prevalere.

Eracleopoli (attuale Ihnasia el_Medina) che conobbe il massimo splendore intorno al 2150 a.C., tanto che i suoi governatori divennero signori di tutto il Medio Egitto, cercando di sostituirsi al debole potere ufficiale di Tebe.
Manetone li riunisce tutti nella IX e X dinastia. Venne redatto “L’insegnamento di Merikara”, una straordinaria testimonianza che riesce ad illuminare l’oscurità di questo periodo estremamente confuso.
Un sovrano, forse Kheti II, si rivolge al proprio figlio raccontandogli quello che è successo nel corso del suo regno, impartendogli le regole del buon governo.

Una sostanziale differenza con i testi menfiti precedenti, redatti ad uso dei dignitari, in cui si spiega quale sia il comportamento migliore da tenere per aver successo nella vita di corte. “I tempi sono mutati, la regalità non è più un dato di fatto, acquisito nel momento stesso in cui si eredita il potere del trono, ma è una cosa che si deve imparare come qualsiasi altro mestiere”. ”Non fare differenza tra il figlio di un nobile e quello di uomo comune, ma promuovi ogni uomo in ragione di ciò che compie”.

Questa frase rivela quanto la dinastia eracleopolitana diede un profondo cambiamento e una ventata di democrazia, attribuendo agli uomini un’importanza data in base alle loro azioni.

Anche nell’Alto Egitto il potere di Eracleopoli si fece sentire, grazie all’alleanza con il nomarca di Ieracompoli, Ankhtyfy. Sulle pareti della sua tomba sono incise le vicende di questo periodo, insanguinato per il predominio su tutto l’Egitto e delle lotte con l’antagonista Waset, piccolo centro agricolo che ben presto diverrà fiorente città nota al mondo intero: Tebe. Ankhtyfy, chiamato a ristabilire l’ordine nella regione di Edfu, alleata di Tebe, dovrà anche soccorrere Armant attaccata dalle forze tebane e da quelle di Coptos, capoluogo del V nomo dell’Alto Egitto.

Secondo il racconto di Ankhtyfy quando arrivò con le sue truppe scelte, in prossimità delle fortezze di Armant, gli assalitori non osarono ingaggiare battaglia.

Il testo non riporta l’esito della guerra. Narra anche di una carestia che avrebbe colpito l’Egitto. Ankhtyfy non solo avrebbe salvato i suoi concittadini, ma sarebbe riuscito anche a spedire grano al Nord. All’epoca di questi avvenimenti, probabilmente ad Eracleopoli regnava Neferkara VII, mentre a Tebe sul trono sedeva Antef I, figlio di Mentuhotep I, considerato secondo Manetone il fondatore della dinastia tebana, l’ XI.


L’espansionismo di Tebe non si arrestò all’Alto Egitto.

Ben presto, i suoi sovrani si scontrarono direttamente con Eracleopoli  per il possesso dell’Egitto. Fu Antef II a guidare la battaglia ad Eracleopoli dove, nel frattempo, era salito al trono Khety III l’ultimo sovrano della città.

Antef II regnò su Tebe per oltre cinquant’anni, con lui l’XI dinastia ebbe un regno forte a conferma della supremazia tebana, ottenuta durante una lunga battaglia che vide Ermopoli ed Assuyt alleate di Eracleopoli.
Antef II espanse il suo dominio fino alla prima cataratta e alla Bassa Nubia. Il suo successore Antef III rafforzò il potere di Tebe su tutto l’Alto Egitto. Suo figlio Mentuhotep II sconfisse definitivamente Eracleopoli.
Il paese ritrovava finalmente la sua unità, dopo centrotrent’anni di divisione.

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