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Le Repubbliche Marinare (VI e X secolo) nacquero dalla necessità di alcune città rivierasche, di difendersi dai frequenti attacchi provenienti dal mare.
Queste città rivierasche erano state abbandonate dalle due principali potenze: il Sacro Romano Impero e l’Impero Bizantino. Le città marinare, lasciate in balìa di se stesse, organizzarono le loro forze, costruirono fortificazioni, trasformarono ogni nave in un vascello da guerra. Queste iniziative furono possibili anche grazie al benessere economico raggiunto da queste popolazioni che trovandosi sul mare avevano potuto arricchirsi con il commercio. Dopo aver ottenuto l’indipendenza economica e ridotto il pericolo degli attacchi dal mare, molte di queste città riuscirono anche a rendersi del tutto autonome dal punto di vista politico.
Le popolazioni che abitavano le fasce costiere del Mediterraneo, tuttavia, non troncarono del tutto le relazioni commerciali con le due potenze. Le intensificarono, comprendendo che un tale tipo di rapporto era vantaggioso per entrambi. Sebbene molte siano state le città italiane interessate dal fenomeno, quattro furono quelle che seppero prevalere sulle altre e che sono passate alla storia: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia.
Dopo aver sconfitto i Saraceni nell’849 la città di Amalfi, si rese indipendente. Non esitò però a stringere una nuova alleanza proprio con i Saraceni, quando gli abitanti si sentirono minacciati dai Bizantini, loro antichi dominatori.
Agli Amalfitani si devono molte innovazioni tra cui il primo codice marittimo, un insieme di leggi sulla navigazione e sul commercio, noto come le Tavole Amalfitane. Il perfezionamento della bussola, in cui venne protetto l’ago magnetico con una scatola. A Costantinopoli gli Amalfitani godettero per primi di una posizione di privilegio ottenendo l’esenzione dai dazi doganali. Tuttavia, la potenza di Amalfi iniziò a diminuire anche in conseguenza di alcune calamità naturali che si abbatterono improvvisamente sulla città.
Successivamente la famiglia degli Altavilla si impadronì della Repubblica. Successivamente fu la volta dei Pisani, aiutati dai Genovesi che la saccheggiarono e la incendiarono nel 1135. Quando ormai la gloriosa Amalfi repubblicana non esisteva più, la natura le diede il colpo finale. Il 24 novembre 1343 un’altra terribile tempesta affondò ancora una volta tutte le navi della flotta. Erose le strade e distrusse una parte della città, che da allora non riuscì più a tornare agli antichi splendori di un tempo.
Quando i suoi traffici nel Mediterraneo si intensificarono, nell’XI sec., Pisa, conquistò la sua indipendenza. Liberò la Corsica e la Sardegna dai Saraceni e cominciò ad esercitare la sua influenza economica. Alleatasi con Genova, allo scopo di eliminare il pericolo musulmano, nel 1015 la flotta pisano-genovese riuscì ad infliggere una pesante sconfitta alle navi saracene.
Una volta liberato il Tirreno dai pirati, le due città partirono alla conquista di Amalfi, che intralciava i loro traffici nel Mediterraneo Orientale. Pisa fu poi alleata dei Normanni, ai quali agevolò la conquista della Sicilia e partecipò con un gran numero di navi alla Prima Crociata. Raggiunse il proprio splendore nel 1165, quando ottenne il controllo sulla fascia costiera che va da Portovenere a Civitavecchia Il riconoscimento di diritti e privilegi feudali a Napoli, a Salerno, in Calabria, in Sicilia ed il controllo di tutta la Sardegna in feudo.
Ormai infatti il Mediterraneo Occidentale era troppo piccolo per le due potenze marinare. Inoltre scoppiò un conflitto con Firenze, che voleva arrivare al mare dall’Arno. Le lotte interne tra i vari ceti sociali contribuirono alla progressiva decadenza politica della città. Il 6 agosto 1284 la Repubblica pisana fu sconfitta dai Genovesi nella battaglia della Meloria, presso Livorno. Questo arrecò alla città un colpo dal quale non riuscì a riaversi, che la privò di tutta la sua flotta ed inasprì le lotte interne portandole all’esasperazione.
Tuttavia, il protagonista vero e proprio del governo fu sempre la “Compagna Communis”. Una grande associazione di mercanti e di marinai, che amministrava i beni del Comune e promuoveva ogni genere di iniziativa. Per combattere contro i Musulmani Genova si alleò con Pisa. Entrata in conflitto con la sua ex-alleata, rimase unica padrona del Tirreno e del Mediterraneo occidentale. Trasse un’enorme vantaggio dalle Crociate e nella seconda metà del secolo XIII, in contrasto con la potenza veneziana in Oriente, ottenne importanti privilegi in Asia Minore e il libero commercio nel mar Nero.
Le due repubbliche si combatterono aspramente per quasi due secoli in parecchie battaglie navali. La più importante fu quella combattuta sulla fine del Duecento presso l’isola di Curzola (1298), in cui l’ammiraglio genovese Lambi Doria riuscì a distruggere l’armata veneziana di Andrea Dandolo. Fece un gran numero di prigionieri, tra i quali il famoso viaggiatore Marco Polo. Nel Trecento, in seguito alla famosa guerra di Chioggia, Genova sfiancata dal lungo sforzo, fu costretta a riconoscere la supremazia veneziana.
Venezia sorse nel 452 d.c. quando le tribù teutoniche che stavano invadendo l’Italia spinsero gli abitanti delle città del Nord a rifugiarsi sulle isole della laguna.
Fu fondata una vera e propria repubblica sotto la guida di capi chiamati Dogi Dopo la conquista di Costantinopoli e Cipro, Venezia divenne uno dei più potenti ed influenti centri commerciali d’Europa in grado di controllare la maggior parte delle rotte nel Mediterraneo. Venezia era “La Regina dell’Adriatico”. Il suo territorio si estendeva nell’entroterra fino a città come Vicenza, Verona, Padova nonché fino alla regione del Friuli. La città-stato raggiunse l’apice della sua potenza e del suo splendore durante il Rinascimento, mentre il suo declino iniziò dopo la conquista da parte dei Turchi Ottomani di Costantinopoli nel XV secolo, di Cipro e Creta nel XVI secolo.
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