STORIA DEI POPOLI

Vichinghi
Erik il rosso

I Vichinghi fecero la loro comparsa alla fine dell’VIII secolo. Le loro imbarcazioni, lunghe e basse,(drakkar) con il drago rosso a prua, navigavano intorno ai promontori, come un segnale premonitore di morte, distruzione e violenza. I Vichinghi saccheggiarono e distrussero soprattutto chiese e monasteri, i cui tesori erano inevitabili bersagli, come lo erano le città e i villaggi non fortificati.

Questo è quello che comunemente ci hanno tramandato i libri di storia.

Ebbene, i vichinghi non erano solo distruzione e morte. Investivano le loro ricchezze per costruire altre navi ed estendere i loro commerci con paesi lontani, colonizzando con le loro famiglie terre più fertili della natia Scandinavia.

Così fece Rorik, un danese, che dopo aver ripetutamente saccheggiato il porto di Dorestad, alla foce del Reno, decise infine di stabilirvisi diventando un ricco mercante. Altri si avventurarono ancora più lontano fondando empori commerciali che divennero grandi città come Dublino e Kiev.

Benchè i Vichinghi generalmente arrivassero per saccheggiare, sovente si fermavano per creare nuove possibilità di commercio che era già fiorente ai tempi dei Romani: pellicce, bestiame, latticini, ambra baltica erano considerati prodotti di lusso dai paesi del Sud.

Verso il X secolo le scorrerie erano quasi del tutto cessate e i Vichinghi si erano trasformati in coloni.

Nel 911 si erano stabiliti nella parte del territorio francese chiamato Normandia adottando oltre la lingua anche la religione dei loro vicini francesi. Il duca di Normandia diventò uno dei più potenti governanti d’Europa arrivando a conquistare l’intera Inghilterra e più tardi il Sud dell’Italia e la Sicilia.

In Islanda fondarono una repubblica di pescatori e agricoltori, nella quale tutti gli uomini liberi avevano diritto di voto e di parola. Nel 982 il norvegese Erik il Rosso scoprì la Groenlandia e qualche anno più tardi suo figlio Leif raggiunse una terra, probabilmente Terranova, che chiamò Vinland e che tentò invano di colonizzare.

Ibn Faldan, ambasciatore arabo del Califfato di Bagdad, nel 922 scriveva:

“Sono tra le creature più sporche che abbia mai visto. Vivono insieme sotto lo stesso tetto in dieci o venti, fanno l’amore davanti a tutti, si lavano la faccia e le mani sempre nella stessa acqua. Una ragazza porta al suo padrone una tinozza d’acqua in cui questi si lava le mani, la faccia, i capelli, dopo si soffia il naso e sputa dentro l’acqua. Quando il primo ha finito, la ragazza porta la stessa tinozza al suo vicino che ripete le stesse operazioni.

Trent’anni più tardi, il geografo Ibn Rusteh, tratteggia un quadro più positivo del mondo vichingo:
“Indossano abiti raffinati, rispettano gli ospiti e sono gentili con i forestieri, ma se uno di loro è provocato si uniscono come un sol uomo e si battono fino alla vittoria.

I Vichinghi veneravano molti dei e dee.

I principali erano Odino, Thor e Freyr che avevano forma umana e possedevano sia le qualità che i difetti degli esseri umani. I diversi miti e leggende erano l’insegnamento principale del comportamento di questo popolo. Odino era il capo degli dei ed il dio della saggezza, due corvi imperiali, Hugin e Munin raccoglievano informazioni per suo conto. Thor era il figlio di Odino ed era il dio più venerato. Il suo nome significava tuono, il cui suono rombante annunciava il passaggio del suo cocchio attraverso il cielo. I fulmini erano le scintille scagliate dal suo martello Mjöllnir.

Freyr era il dio della fertilità, che aiutava a garantire buoni raccolti e bambini sani e forti. Freyr aveva una sorella gemella, Freyia, che era la sua controparte femminile.

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