PIRAMIDE DI CHEOPE

Dovuta all’architetto Hemiunu, la piramide di Cheope aveva in origine il lato di base di 230,50 m e raggiungeva, con un’inclinazione di 50°50′ delle sue facce, i 146,60 m.

Attualmente il vertice è a 137,18 m e la piramide occupa una superficie di 53 000 mq, mentre il volume dello spazio interno supera i 2 600 000 mc.

Le sue quattro facce sono orientate quasi perfettamente verso i quattro punti cardinali.

Fu edificata nel XXVI secolo a.C. per volere del faraone Cheope.

Sembra che i lavori siano durati una ventina d’anni e la manodopera impiegata sia stata di circa 100 000 persone.

Se si considera che occorsero quasi sette milioni di tonnellate di pietra.

Circa due milioni e mezzo di blocchi di pietra da più di due tonnellate l’uno, ricavati in loco, ad eccezione delle lastre di rivestimento trasportate dalle cave di Tura, poi innalzati e assemblati, apparirà una volta di più gigantesco l’impegno di lavoro necessario per simili opere.

1: ingresso al corridoio discendente
2: camera sotterranea incompiuta
3: corridoio cieco
4: corridoio ascendente
5: corridoio orizzontale
6: camera della regina
7: Grande Galleria
8: cunicolo scavato dai ladri
9: camera del sarcofago
10: vani di scarico
11: condotti della camera del re
12: condotti della camera della regina

La piramide fu realizzata in tre progetti successivi che comportarono ogni volta delle modifiche.

Nel primo la camera sepolcrale (8 x 14 m) è sotterranea, a circa 31 m di profondità nella roccia, raggiunta da un corridoio secondo un angolo di 26,5°.

Tale progetto fu abbandonato come dimostra l’incompiutezza di questa stanza del sarcofago.

Del secondo progetto fa parte la costruzione nel corpo stesso della piramide, a una ventina di metri dal suolo, della camera sepolcrale per il re, detta “stanza della Regina” anch’essa incompiuta, collegata con un corridoio di circa 80 m, ascendente per un tratto e poi orizzontale e più largo, al punto d’ingresso.

Al terzo stadio vanno ascritti la “Grande Galleria”, la camera sepolcrale e quelle di scarico.

Normalmente il turista può visitare le stanze e i corridoi del secondo e terzo progetto, in quanto è molto disagevole raggiungere la camera sotterranea e può compiere, accompagnato da una guida, l’ascensione dei monumento dall’angolo nordorientale della piramide.

In un quarto d’ora si giunge sulla piattaforma  della sommità, dove la fatica della salita viene ricompensata dall’indimenticabile panorama offerto sui grandi complessi funerari regali.

Sulle numerose mastabe di principi, funzionari regi e dignitari e, più lontano, a nord sul Nilo e sulla parte meridionale del Delta, a nord-est e ad est sulle floride aree coltivate, sui palmizi e sui centri abitati di Giza e Dokki,

Oltre il Nilo, sui grandi caseggiati e i minareti de Il Cairo, sulla Cittadella e il Muqattam, a sud sui vari palmeti di Menfi e più oltre, nel deserto, sui complessi di Abusir, Saqqara, Dahshur e Meydum,

Infine, a ovest, sull’immensa distesa del Deserto Libico.

All’interno della piramide si entra mediante l’ ingresso del lato nord (il primo fu aperto nel IX sec., poi richiuso con blocchi di pietra) e si sale un basso corridoio fino all’inizio della “Grande Galleria” dove un corridoio orizzontale porta alla camera sepolcrale del secondo progetto (vasta 5.2o x 5,70 m).

Riprendendo la visita dall’inizio della “Grande Galleria” (alta 8.50 m), rimarchevole per la sua concezione e la precisione della sua esecuzione, la si percorre per i suoi 47 m.

Si prosegue nel breve corridoio orizzontale (da questo punto il rivestimento è in granito) fino alla camera sepolcrale del re (5,20 x 10,40 m, alta 5,85 m), in granito di Assuan con un sarcofago vuoto e scoperchiato.

Il soffitto della stanza è formato da nove blocchi di granito dal peso di circa 400 t ed è protetto da un dispositivo costituito di cinque compartimenti disposti uno sopra l’altro (camere di scarico) e separati ognuno da blocchi piatti di granito, l’ultimo dei quali coperto da blocchi di calcare disposti “a contrasto” allo scopo di ripartire le forze di pressione della massa.

L’aerazione della camera è assicurata da due prese d’aria.

Tra le principali scoperte avvenute presso la piramide di Cheope si ricorda il ritrovamento (primi anni Cinquanta) di due imbarcazioni di legno.

Deposte in due cavità sagomate nella roccia lungo il lato meridionale della piramide, una delle imbarcazioni, ricostruita, è conservata in un museo situato sul luogo del reperimento.

Questa “barca solare”, forse usata insieme ad altre per il trasporto della mummia del re e del corteo funebre, forse destinata al faraone per accompagnare il sole nel suo viaggio nell’aldilà, era costruita in cedro importato dal Libano e in sicomoro locale: lunga 43,40 e alta 5.90 m, aveva una stazza di 40 tonnellate.

Altro importante ritrovamento fu quello della tomba, forse secondaria, della regina Hetepheres (moglie di Snefru e madre di Cheope), l’unica tomba reale dell’Antico Regno trovata intatta, nel 1925, a 100 m dal lato orientale della piramide.

Essa ha restituito un ricco corredo ora al Museo del Cairo.

Nell’area occupata dalla piramide di Cheope potrebbero essere contenute alcune delle maggiori cattedrali del nostro mondo: San Pietro, le londinesi Westminster e Saint Paul, il Duomo di Milano e quello di Firenze.

All’interno della piramide fu conservato il nucleo roccioso attorno al quale il monumento è stato eretto. I blocchi di pietra con cui è stata edificata sono squadrati e avvicinati a tal punto gli uni agli altri che fra di essi non si riesce a far passare neppure un fiammifero.

I quattro angoli della piramide sono uguali tra loro con imperfezioni così piccole che non superano i due gradi.

Inoltre ad un altezza di 48 m. dal suolo c’è la camera funeraria. Ospita un sarcofago di dimensioni tali da rendere impossibile il trasporto attraverso il corridoio.

Si pensa perciò che vi sia stato posto durante la costruzione della piramide.

La barca solare di Cheope

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