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Le continue declassificazioni di documenti top-secret custoditi negli archivi del Pentagono, della CIA o di qualche altro ente governativo americano, spesso permettono di gettare nuova luce su aspetti poco noti della nostra storia. Soprattutto per il periodo che va dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli sessanta anni.
Il periodo che va sotto il nome di “Guerra Fredda” è stata un’epoca piena di momenti di altissima tensione tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Le due super-potenze imbastivano operazioni più o meno nascoste per cercare di carpire qualche segreto al nemico.
Grazie alla suddetta declassificazione di documenti in possesso della CIA, possiamo ricostruire esattamente cosa successe tra la fine degli anni quaranta e gli inizi degli anni cinquanta. Il Giappone, come è noto, uscì distrutto dalla guerra mondiale. Il suolo patrio non era stato invaso, ma l’impero non esisteva più. I sovietici, dopo la formale dichiarazione di guerra, occuparono Sakhalin e le isole Kurili che non distavano molto dalle coste settentrionali dell’isola di Hokkaido.
Una volta sconfitto l’imperialismo nipponico, le preoccupazioni americane non erano finite. Eliminato un nemico, eccone un altro all’orizzonte: l’Unione Sovietica e il comunismo. Ecco allora la proposta del generale americano Willoughby di creare una formazione spionistica, in funzione anti-comunista, composta da ex ufficiali non coinvolti in crimini di guerra. A capo dell’organizzazione venne messo l’ex generale Torashiro Kawabe, che durante la guerra faceva parte dello staff generale dell’esercito. Altri membri del gruppo erano l’ex generale Sadamu Shimomura, che era stato anche ministro della Guerra, e l’ex generale Eiichi Tatsumi. L’organizzazione doveva dipendere dall’unità G-2, ufficio dell’esercito americano in Giappone.
Una parte, con sede nell’isola di Hokkaido, avrebbe sorvegliato le attività dell’URSS. Il gruppo con sede nell’isola di Kyushu, si sarebbe occupato della Cina e della Corea del Nord. Gli americani consigliarono di privilegiare le operazioni contro l’URSS, il paese che in quel momento temevano di più.
L’Unione Sovietica, dalle isole Kurili, poteva facilmente introdurre in Giappone elementi con il compito di destabilizzare il paese e di diffondere il comunismo tra la popolazione ancora stordita dell’esito della guerra e delusa dai propri governanti. Il pericolo era reale. L’organizzazione Kawabe prevedeva, non solo l’intercettazioni delle comunicazioni nemiche, ma anche l’uso di spie da inviare nelle isole Kurili, in Manciuria o in Corea del Nord. Il loro compito era di reperire più notizie possibili e di creare una rete di informatori.
I soldi dovevano essere forniti dall’ufficio G-2 e quando nel 1952 comunicò che i fondi erano finiti e che l’organizzazione doveva operare una drastica riduzione degli effettivi, Kawabe preferì smantellare il gruppo piuttosto che seguire il consiglio degli americani.
Intanto Toashiro Kawabe, già da un paio di anni, era coinvolto nel progetto riguardante la creazione di un nuovo esercito. Progetto che venne poi bocciato da MacArthur.
Cristiano Suriani
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