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Nel capitolo 125 del Libro dei Morti il defunto viene rappresentato in rispettoso atteggiamento mentre attende il risultato della pesatura del suo cuore accanto alla bilancia, dove su un piatto, è posato il suo cuore e sull’altro la piuma di Maat
Il compito è affidato al dio Anubi, o a volte a Horus, sempre assistito da Thot che ha l’incarico di annotare la sentenza, e dalla “Divoratrice” (la dea Ammit) pronta a distruggere i colpevoli
Spesso vicino alla bilancia sono raffigurati il “ba” del defunto, il dio Shai, le dee Renenutet e Meskhenet , nell’insieme rappresentano l’elemento divino donato all’uomo alla sua nascita e che lo ha accompagnato durante il suo cammino terreno.
Essi simboleggiano i peccati che il defunto non deve aver compiuto nella propria vita. Il passaggio davanti al Tribunale è per il defunto solo una proforma, infatti egli è già glorificato e degno di salire sulla barca solare e di identificarsi con Ra. Nei capitoli 64 e 148 del Libro dei Morti troviamo una sorta di giudizio anteriore in cui si dichiara che colui che conosce le formule è dichiarato giusto sulla terra e nel regno dei morti.
Nel capitolo 1 si precisa:
”Io me ne sono andato di qui senza che in me siano state riscontra colpe essendo la bilancia vuota di mie azioni condannabili”.
Solo nel capitolo 125 si parla di morale, dove tuttavia il defunto è già riconosciuto giusto proprio grazie alla sua conoscenza delle formule. Di conseguenza anche la sua morale sarà riconosciuta giusta, scevro da peccati terreni a condizione che la bilancia non si muova e rimanga ferma.
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