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In tutto il Rinascimento, probabilmente, non vi è amore più dolce, seppure platonico, di quello che Giuliano de’ Medici nutrì per Simonetta Cattaneo sposa di Marco Vespucci.
L’esile figura, i biondi capelli e i profondi occhi grigi, le valse, nonostante i suoi natali genovesi, il titolo di “la bella di Firenze”. Durante i festeggiamenti del 28 gennaio 1475 per la rinnovata lega tra fiorentini e veneziani, fu la regina del torneo che si tenne in Piazza Croce e Giuliano il campione indiscusso.
Il suo stendardo, dipinto da Sandro Botticelli, raffigurava una figura femminile; accanto un ceppo d’ulivo con il dio Amore avvinto al tronco.
Una scritta in francese antico recitava “la Sans Par”, la senza pari.
I fiorentini erano a conoscenza della devozione di Giuliano per la bella Simonetta.
Angiolo Poliziano, poeta favorito dei Medici, compose uno splendido poema, da cui Botticelli trasse ispirazione per alcuni quadri, ove sotto travestimenti mitologici si ravvisavano le sembianze di Giuliano e Simonetta. Seppur la relazione fu sempre platonica, non piacque molto ai Vespucci che dopo la congiura dei pazzi divennero ostili ai Medici. Il suocero di Simonetta andò in prigione e suo figlio Marco fu bandito dalla città.
A quell’epoca la giovane era già morta.
Si spense a ventitré anni, poco più di un anno dopo il famoso torneo. Nessun rimedio potè salvarla, nemmeno Maestro Stefano, il medico personale di Lorenzo de Medici. Il 27 Aprile 1476 Simonetta fu portata nella chiesa d’Ognissanti. La bara fu lasciata scoperta in modo che tutti potessero ammirarne la soave bellezza.
Esattamente due anni dopo anche Giuliano, il campione del torneo e signore del cuore di Simonetta, morì.
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In tutto il Rinascimento, probabilmente, non vi è amore più dolce, seppure platonico, di quello che Giuliano de’Medici nutrì per Simonetta Cattaneo sposa di Marco Vespucci.
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