MAGIA

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La magia contadina ha conservato nel tempo sia la propria autonomia sia la fedeltà a modelli antichissimi.

Una delle pratiche più note e diffuse è il malocchio. Secondo la tradizione pare abbia origine dal potere soprannaturale dell’occhio di alcune persone di gettare un maleficio.

Troviamo questo concetto anche in alcune religioni:
“Non dirigere l’occhio invidioso contro la casa del tuo prossimo né su alcuna cosa del tuo prossimo (Esodo 20,17) “.
“Dove i saggi rivolgono lo sguardo, vi è morte e disgrazia”. (Talmud).

Anche nel mondo latino era diffusa una credenza analoga.

Virgilio descriveva i pastori che temevano la “maledizione” dell’occhio invidioso esercitata sugli agnelli migliori.

Secondo la psicoanalisi il credere nel potere del malocchio, porta a una suggestione destinata a generare nel soggetto influenzabile la convinzione di essere vittima della magia.

Se ti convinci che taluna persona potrà farti una “iettatura”, il potere di assimilazione della tua mente ti porterà a credere che ogni malattia o ogni sfortuna che capita quotidianamente a ognuno di noi, deriverà da questa persona sotto forma di “malocchio”.

Tornando alla magia popolare un aspetto caratteristico del suo pensiero è che attraverso filtri, malefici e altri mezzi sia possibile acquisire potere sulla vita altrui condizionandone salute, sentimenti e scelte di vita.

Nell’antichità erano usate figurine simboliche che avevano lo scopo di rappresentare la “vittima”ed erano “personalizzate” con parti del suo corpo: unghie, capelli, sangue, ecc.

La bambolina di cera, il ritratto o anche una fotografia diventa quindi il campo per l’azione del mago che operando sulla raffigurazione è convinto di poter trasferire sulla vittima il maleficio.

Questo è un concetto che ha radici antichissime e che potrebbe risalire persino al Paleolitico. Infatti, in alcune caverne, utilizzate come luogo sacro, sono state ritrovate raffigurazioni di animali colpiti “ritualmente” allo scopo di propiziarsi una caccia fruttuosa.

Un altro tipico esempio della magia popolare è quello dell’uso dei filtri, in genere legati alla sfera amorosa: infatti, il termine greco Philein, da cui deriva filtro, significa amore.

Secondo l’area geografica e culturale nei filtri sono usati ingredienti che presentano alcune caratteristiche:

-prodotti naturali con funzioni terapeutiche psicoattive;
-materia organica come sangue, mestruo, sperma, ecc
-oggetti simbolici legati alla religione: croci, immaginette, ecc

Il ruolo di questi filtri è destinato a condizionare i sentimenti di una persona, che si sentirà attratta da chi ha sfruttato i poteri del magico preparato.

I filtri d’amore erano in uso già nell’antichità e trasmesse ai posteri attraverso formule segrete note solo ai maghi e alle streghe.

L’ingrediente più diffuso in questo tipo di magia era il sangue mestruale. La donna mestruata era considerata impura e il mestruo, secondo le religioni, possedeva potere negativo. Ciò può aver fatto sì che questa materia organica sia diventata adatta alla magia e alle pratiche perverse.

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