E’ considerato il resoconto del viaggio notturno di Ra nella Duat, l’aldilà.
Il dio Sole entra nella Duat attraverso un’apertura nelle montagne presso Abido.
1ª ora –“Vestibolo della Duat.
Ra era morto perché gli uomini si erano ribellati e la sua morte aveva causato la distruzione del mondo che ora sperava nella sua rinascita per riportare il mondo a nuova vita.
2ª e 3ª ora
Nella seconda e terza ora notturna, Ra naviga sulla sua barca nelle regioni di Abido, regno di Osiride.
Durante la seconda ora vi è la divisione dei campi che verranno assegnati ai morti “giustificati”, cioè a quelli che hanno superato il giudizio del tribunale di Osiride.
E’ un sollievo per i defunti il passaggio di Ra, che vengono illuminati dal dio e ai quali viene promesso dallo stesso dio, acqua, pane, luce e la sistemazione dei loro corpi che verranno essiccati per evitarne la putrefazione.
Nella terza ora Ra prosegue il viaggio verso un’enorme distesa d’acqua.
4ª e 5ª ora
Ora Ra attraversa la necropoli di Saqqara, dove regna Sokar; è un luogo tenebroso, un inferno di sabbia, arido e popolato da serpenti mostruosi.
Magicamente la barca del sole si trasforma in un serpente con una testa a poppa e una a prua per poter scivolare sulla sabbia. Dalle bocche delle teste escono fiamme che rischiarano la via oscura.
Nella quinta ora appare la caverna di Sokar dove si trova un serpente alato con teste di rettile ed una umana sulla coda.
E’ “Il grande Dio che apre le ali dal piumaggio variegato”.
”Egli vive del respiro che è nella bocca sua ogni giorno”.
Sul dorso del rettile si trova una figura umana a testa di falco che sembra spostare le ali del serpente è : “If-Sokar che è sulla sabbia”.
Giungono sette dei per trainare la barca solare che prosegue il suo viaggio passando al di sopra di tumulo piramidale, che all’interno cela la caverna di Sokar”.
Da una collina spunta uno scarabeo: è “Khepri” che dirige la gomena sopra questa caverna in modo che Ra possa riposare.
6ª -7ª – 8ª- 9ª
Il sole naviga sulla sua barca, che ha riacquistato l’aspetto primordiale, attraversando i territori sacri ad Osiride, Signore del Busiri nel Delta.
6ª ora
E’ l’ora più buia della notte ove Ra incontro il proprio cadavere”if”, la carne, che è contemporaneamente quello di Osiride.
Vi è infatti la raffigurazione di un enorme serpente a cinque teste ripiegato ad ellisse attorno ad un uomo supino con uno scarabeo sul capo.
La dottrina dell’Amduat è riassunta in questa immagine,
E’ la rappresentazione della nascita del nuovo sole: l’uomo tra le spire è la carne di Ra e lo scarabeo sul capo porta in sé il germe della rigenerazione.
Il dio Nun, l’oceano primigenio, il Caos dove il ba del sole incontra in suo corpo e viene a nuova esistenza riaccendendo la luce solare. E’ il custode della sesta ora.
Nun fronteggia nove serpenti, ritti sulla coda ed armati di coltelli che sputano fuoco.
Questi serpenti sono l’incarnazione della Grande Enneade di Eliopoli e hanno il compito di “arrostire i morti e portare i ba nel Luogo della Distruzione.
7ª ora.
Nella settima ora della notte troviamo la lotta vittoriosa contro Nehahor “dal volto ritorno”, una forma dei dio Apophis.
Qui avviene un’altra mutazione della barca del sole, la cabina di legno scompare ed è sostituita dal serpente Mehen, “colui che avvolge” che accoglie il sole tra le proprie spire e lo protegge con l’aiuto di Iside.
Il dio If, protetto dagli incantesimi di Iside e del dio Heka, riesce a respingere il serpente Nehahor.
Nemico di Ra, ogni notte minaccia l’ordine cosmico e prosciugando la contrada tenta di impedire la navigazione della barca divina per attaccarla e rovesciarla.
Ogni volta ne esce sconfitto grazie all’intervento delle divinità benefiche che riescono a legare con robuste corde il rettile.
La prima dea accanto ad Apopi legato è Serqet-Hetit “colei che apre la gola”, l’altro dio che stringe le corde è Heri- Desuf “colui che è sul suo coltello”.
Apophis è indistruttibile ed eterno; nonostante ogni notte venga sconfitto il giorno dopo rinasce.
Apophis è il Caos.
L’ora si chiude con la raffigurazione di un coccodrillo che veglia sul tumulo di Osiride.
8 ª ora
Dopo la lotta con Apophis, Ra continua il viaggio sulla barca divina ed ecco che si aprono per il dio le porte delle caverne, che sono disposte sulle rive del fiume celeste.
Tutta l’ottava ora è un enorme cimitero degli dei e le dieci caverne e le tredici porte che vi si trovano sono veri e proprio sepolcri.
Alla chiamata di Ra le porte si spalancano e la luce del dio può illuminare le immagini degli dei unite ai loro ba.
9 ª ora
L’imbarcazione divina naviga sull’acqua mossa dai remi di dodici uomini.
Regna l’abbondanza in questa contrada e Ra ordina che pane e birra siano distribuiti a coloro che sono nella Duat.
Chiudono la nona ora dodici serpenti raffigurati nell’atto di sputare fuoco, essi divora gli empi che si sono nascosti al passaggio del dio e vivono del sangue di coloro che uccidono.
10 ª ora
La barca giunge ora ad Eliopoli, territorio di Ra.
Su una barca si nota un serpente con la testa di falco “colui che vive sulla terra”: è il serpente protettore della Duat, il ba di Osiride-Khentimentiu, innanzi procedono dodici personaggi: quattro con disco solare al posto della testa e armati di frecce, quattro uomini muniti di lance e quattro arcieri.
Sono la scorta di Ra e hanno il compito di respingere Nehahor nelle tenebre, in modo che il dio solare possa transitare per il portale dell’orizzonte orientale del cielo.
Questa contrada è consacrata all’acqua: Horus assiste dodici defunti che si trovano tra i flutti del Nun e con parole magiche dona vita e forma in modo che i rispettivi ba possano vivere.
11 ª ora
Viene raffigurata la preparazione alla rinascita di Ra
Appare infatti un’immagine del dio Atum, la sua coscienza, davanti ad un’enorme serpente senza nome con quattro piccole gambe e due grandi ali di sparviero.
L’annientamento dei nemici, che nelle ore precedenti aveva un ruolo importante, ora è il principale motivo conduttore dell’undicesima ora.
Horus ordina a cinque dee armate di coltelli ferme davanti a sei tumuli di punire ogni giorni i nemici, ba, ombre, testi di nemici e nemici capovolti che sono nei tumuli colmi di fuoco.
12 ª ora
La via di Ra viene rischiarata da dodici dee con un serpente al collo che sputano fuoco contro i nemici del dio.
La barca divina è trainata da dodici uomini e tredici donne, sono coloro che hanno seguito il dio durante la notte e saliranno sulla sua barca per rinascere.
If, il sole morto penetra nel corpo di un gigantesco serpente: “entra per la coda di lui, esce dalla bocca sua, nasce nella sua forma di Khepri”.
If e i morti privilegiati penetrano nel corpo del serpente come vecchi, per poi abbandonarlo ringiovaniti come bambini.
Giunge l’alba.
Lo scarabeo con l’aiuto di Shu, dio dell’atmosfera, rinasce come disco solare e transita per l’orizzonte orientale, addossato alla parete di sabbia della Duat, simboleggia la figura di Osiride che rimane nel mondo dei morti.
Il tema della dodicesima ora è la rigenerazione e la rinascita dei morti, essa dà un senso al viaggio ultraterreno del dio Ra che rinasce ad ogni spuntare del nuovo giorno
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