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Primo Levi nacque a Torino 31 luglio del 1919, da un’agiata famiglia ebrea, si laureò in chimica nel 1941.
Nel 1943 Levi si unì ai partigiani della Val d’Aosta, militando in un gruppo di “Giustizia e Libertà”.
Catturato dai fascisti, fu prima rinchiuso nel campo di concentramento di Carpi-Fossopoli, presso Modena, e, successivamente, internato dai tedeschi nel lager di Auschwitz-Birkenau.
Riuscì con un viaggio avventuroso che descrisse in “La tregua”(1963) a rientrare a Torino, dove riprese il suo lavoro come chimico industriale nel 1946.
Si ritirò nel 1974, per dedicarsi interamente alla scrittura.
I profondi strascichi psicologici dell’internamento nel campo di sterminio furono probabilmente la causa del suo suicidio, avvenuto nel 1987.
In particolare, Primo Levi affermò più volte di non poter sopportare il fatto che egli fosse riuscito a sopravvivere allo sterminio, mentre sei milioni di persone erano morte, e probabilmente fu anche questo che lo indusse a togliersi la vita. Il suo libro più famoso è ” Se questo è un uomo”.
Questo romanzo fu scritto nel periodo immediatamente successivo al rientro in Italia, tra la fine del 1945 e l’inizio del 1945 e narra le sue esperienze di deportato nel Lager nazista.
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