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Repubblica d’Irlanda
Lingue ufficiali Gaelico irlandese Inglese
Capitale Dublino
Superficie Totale 70 273 km² (120º)
Continente Europa
Valuta Euro
Prefisso tel. +353
Sigla autom. IRL
Inno nazionale Amhrán na bhFiann
Festa nazionale 17 marzo
I Celti, un popolo guerriero vissuto durante l’età del ferro e proveniente dall’Europa orientale, raggiunsero l’Irlanda verso il 300 a.C.
Mantennero il controllo del paese per mille anni, donandoci un patrimonio linguistico e culturale che ancora oggi sopravvive, soprattutto nelle contee di Galway, Cork, Kerry e Waterford.
Quando, dopo la caduta dell’impero romano, il resto dell’Europa sprofondò nelle tenebre del Medioevo, l’Irlanda diventò l’avamposto della civiltà europea, in particolare dopo l’arrivo del cristianesimo tra il III e il V secolo.
Durante l’VIII secolo i Vichinghi effettuarono una serie di incursioni durante le quali saccheggiarono i monasteri irlandesi.
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Il re inglese Enrico II fu riconosciuto dal papa quale sovrano d’Irlanda e nel 1171 si impossessò di Waterford, dichiarandola città reale. Furono create diverse basi di potere da parte dei nobili anglo-normanni.
Il potere inglese si consolidò con Enrico VIII ed Elisabetta I, ma l’Inghilterra aveva ancora una spina nel fianco: l’Ulster, ultimo avamposto dei capi irlandesi e in particolare di Hugh O’Neill, conte di Tyrone.
Nel 1607 la fuga di O’Neill e di altri 90 capi lasciò l’Ulster privo di una guida, cosicché l’Inghilterra poté attuare senza impedimenti la sua politica di colonizzazione definita ‘plantation’ .
Questa politica consisteva in un’organizzata e risoluta espropriazione dei terreni cui fece seguito l’introduzione di coloni, e diede inizio alla divisione che affligge l’Ulster ancora oggi.
I nuovi arrivati non si unirono all’impoverita e adirata popolazione locale, costituita da cattolici irlandesi e inglesi, e questi nel 1641 si ribellarono con un sanguinoso conflitto.
Dopo l’esecuzione di Carlo I, Oliver Cromwell, il parlamentare protestante uscito vittorioso dallo scontro, venne in Irlanda per punire i suoi oppositori, lasciando dietro di sé una scia di morte e distruzione che non è mai stata dimenticata.
Nel 1695 vennero promulgate le severe leggi penali note anche con il nome di ‘codice papista’, che vietavano ai cattolici di acquistare terre, insegnare il cattolicesimo ai loro figli, entrare nelle forze armate e accedere alle professioni legali.
La cultura, la musica e l’istruzione irlandesi furono bandite, ma vennero mantenute in vita con messe segrete all’aperto e scuole illegali dette ‘hedge schools’ ovvero ‘scuole delle siepi’.
Alla fine del XVII secolo i nobili protestanti, allarmati per il livello raggiunto dai disordini, cedettero agli Inglesi quel poco che restava della loro indipendenza per avere la protezione della Gran Bretagna.
L’Act of Union del 1800 sancì l’unione politica dell’Irlanda con l’Inghilterra.
La formazione della Catholic Association su iniziativa di Daniel O’Connell portò a una limitata emancipazione dei cattolici,-
Ogni ulteriore forma di resistenza venne temporaneamente sospesa dalla tragedia della grande carestia che si abbatté sul paese tra il 1845 e il 1851.
Il cattivo raccolto delle patate in quegli anni (durante i quali l’Irlanda continuò comunque a esportare altri generi alimentari in Inghilterra) provocò la morte per fame di migliaia di persone e diede inizio a un processo di emigrazione che proseguì fin nel XX secolo.
Le sanguinose conseguenze dell’insurrezione di Pasqua del 1916 a Dublino non fecero altro che aumentare il desiderio di indipendenza e con le elezioni generali britanniche del 1918 i repubblicani ottennero la maggioranza dei seggi assegnati ai rappresentanti irlandesi.
Questi dichiararono l’indipendenza dell’Irlanda e formarono il primo Dail Eireann (Assemblea Irlandese o Camera Bassa) guidata da Eamon de Valera, un eroe irlandese sopravvissuto all’insurrezione del 1916.
Il trattato anglo-irlandese del 1921 concesse l’indipendenza a 26 contee e consentì alle sei contee dell’Ulster, prevalentemente protestanti, di scegliere se dissociarsi o meno.
Le divisioni politiche tra le due fazioni religiose si aggravarono sempre di più. I cattolici divennero oggetto di una forte discriminazione non solo in ambito politico, ma anche nell’assegnazione delle case e dei posti di lavoro e nell’assistenza sociale. La porzione meridionale dell’Irlanda fu finalmente dichiarata una repubblica nel 1948 e lasciò il Commonwealth britannico nel 1949.
L’interruzione violenta di una marcia pacifica per i diritti civili da parte del Royal Ulster Constabulary nel marzo del 1968 segnò l’inizio dei Troubles.
Nell’agosto del 1969 furono inviate a Derry e a Belfast le truppe britanniche. Inizialmente vennero ben accolte dai cattolici, ma ben presto risultò chiaro che i soldati non erano altro che uno strumento nelle mani della maggioranza protestante.
Le proteste pacifiche avevano chiaramente fallito, così riemerse l’Irish Republican Army (IRA), la formazione armata che aveva combattuto gli Inglesi durante la guerra anglo-irlandese.
I civili venivano massacrati dai soldati, i simpatizzanti dell’IRA venivano imprigionati senza processo, alcuni carcerati morirono per uno sciopero della fame e la Gran Bretagna diventò vittima del terrorismo.
L’Irlanda del Nord perse quel poco di indipendenza parlamentare che le era rimasta. Il trattato anglo-irlandese del 1985 assegnò al governo di Dublino il ruolo ufficiale di consulente per gli affari interni dell’Irlanda del Nord.
Il cessate il fuoco del 1994, accolto con grande entusiasmo, venne rotto da altri omicidi, dalla ripresa del terrorismo in Inghilterra e dalla evidente intransigenza del governo inglese.
Le due parti ripresero le discussioni e nel 1998 formularono un piano di pace che offriva all’Irlanda del Nord una forma di autogoverno e prevedeva la formazione di un North-South Council cui sarà affidata in futuro la politica di tutta l’Irlanda con il consenso di Belfast e di Dublino.
Il piano, confermato con successo da un referendum, stabiliva anche che l’Eire rinunciasse alle proprie pretese sull’Irlanda del Nord, previste dalla costituzione.
Alla fine degli anni ’90 l’economia dell’Eire era in piena espansione, grazie soprattutto ai fondi per gli investimenti stanziati dall’UE, che hanno consentito di rinnovare le infrastrutture del paese.
L’Irlanda è passata bruscamente da un’economia basata sull’agricoltura a un’economia post-industriale e le grandi aziende di informatica e telecomunicazioni hanno portato nel paese investimenti e posti di lavoro.
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Nel giugno 2001 la Repubblica d’Irlanda, in un referendum, ha bocciato il trattato di Nizza che prevede l’allargamento dell’Unione Europea a dodici Stati dell’Est europeo.
Il cessate il fuoco nell’Irlanda del Nord è stato più volte infranto nel 2002 e, alla mezzanotte del 14 ottobre, le attività dell’Assemblea e dell’esecutivo di Belfast sono state sospese a tempo indeterminato, poiché la fiducia reciproca tra cattolici e protestanti era venuta meno.
Gli unionisti protestanti avevano chiesto di espellere i due ministri dello Sinn Feinn, in seguito all’arresto di alcuni funzionari del partito, accusati di aver passato informazioni riservate all’IRA.
Di conseguenza, Londra ha assunto il governo diretto dell’Irlanda del Nord affiancando due sottosegretari al ministro John Reid.
Il 20 ottobre 2002 il referendum sull’allargamento dell’Unione Europea è stato ratificato con quasi il 63% dei sì.
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Bobby Sands
Non mi fermerò fino a che l’Irlanda non diventerà una, sovrana, indipendente, repubblica socialista
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(Irish Republican Army Esercito Repubblicano Irlandese
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