Biografie

DILLINGER JOHN

BIOGRAFIE

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Abiti eleganti, cappello, cappotto di alta sartoria, stile affascinante e gentile. Tutto questo contribuì a fare di Dillinger un mito.

John Dillinger nel 1934.Foto dell’FBI

Chi era Dillinger e come arrivò ad essere considerato dal direttore dell’FBI, Hoover, il nemico pubblico numero uno e allo stesso tempo un moderno Robin Hood?

Dillinger nacque a Indianapolis nel 1902. La sua carriera criminale iniziò, con un piccolo furto nel 1924. Fu condannato a cinque anni di riformatorio, da dove evase due volte e finì per scontare la sua pena in carcere. Liberato sulla parola costituì una gang che nel giro di un anno rapinò circa dieci banche.

Erano gli anni della Grande Depressione.

Dillinger, consapevole della grave crisi economica, al termine di ogni rapina, bruciava i registri contabili dove erano annotati debiti e ipoteche dei clienti della banca, attirandosi così la simpatia dell’opinione pubblica.

Simpatia non riscossa presso la malavita che, temendo di attirare l’attenzione della polizia, lo isolò.

Dillinger, per poter commettere nuove rapine, si alleò con la gang di un altro criminale dell’epoca, “Baby Face” Nelson, ben più rude e privo di scrupoli di Dillinger.

Negli anni trenta cercò di far perdere le proprie tracce. Sentiva che la stretta intorno a lui e alla sua gang si faceva sempre più serrata, infatti fu arrestato a Tucson il 25 gennaio 1934 mentre si trovava in un hotel con la sua gang. Trasferito alla prigione di Crown Point, nell’Indiana, evase nel 1934, prendendo in ostaggio alcuni agenti e rubando l’auto del direttore del carcere. Guidò sino a varcare il confine dell’Indiana. Fu il suo grande errore, in quanto questo permise all’FBI di intervenire

Era il 22 luglio 1934 quando, all’uscita di un cinema in compagnia di due donne, Polly Hamilton e Ana Cumpanas, Dillinger fu identificato e ucciso con cinque colpi da alcuni agenti dell’FBI. Aveva trent’anni.

A tradirlo fu Ana Cumpanas, la quale passò ai servizi segreti le informazioni utili per catturarlo. La Cumpanas voleva così evitare l’espulsione in Romania, sua terra natale. Non ci riuscì visto che l’espulsione fu poi confermata.

Partecipò all’agguato anche Melvin Purvis nominato in prima persona da Hoover e l’investigatore Charles Winstead.

Purvis lasciò l’FBI un anno dopo la morte di Dillinger e morì a causa di un colpo partito accidentalmente dalla propria pistola nel 1960. Non si esclude la possibilità che si sia suicidato.
Dillinger fu sepolto nel cimitero di Crown Hill ad Indianapolis, nell’Indiana, dove c’è un museo a lui dedicato.

Nonostante la sua vita criminale John Dillinger è rimasto nell’immaginario collettivo come una sorta di eroe popolare dell’America della Grande Depressione.

John Dillinger: il nemico pubblico numero uno

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