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Demetra, figlia di Crono e di Rea, era la grande dea della terra, protettrice della fertilità e dea dei Misteri Eleusini.
Il suo nome significa “Madre Terra”. Con il fratello Zeus generò Persefone (Proserpina) alla quale era associata nel culto greco. Era identificata dai romani con Cerere e dagli egizi con Iside. Demetra trascorreva poco tempo sull’Olimpo preferendo vivere sulla terra, soprattutto a Eleusi dove i misteri da lei istituiti commemoravano il ritorno alla luce di sua figlia Proserpina.
Zeus, senza interpellare Demetra, promise la propria figlia ad Ade che con l’inganno rapì la fanciulla e la portò nel suo regno sotterraneo. Persefone invocò l’aiuto di sua madre, ma nessuno la poteva sentire e giunta nel regno di Ade si rifiutò di mangiare. Quando Demetra saputo della sparizione della figlia, partì alla sua ricerca. Impugnando torce infuocate attraversò la terra per nove giorni e nove notti rifiutando di mangiare e bere e invocando il nome dell’adorata figlia.
Incontrò Ecate, che viveva in una caverna nei pressi di Enna, la quale la guidò da Elio dio del Sole che tutto vede, chiedendogli di dire dov’era nascosta la ragazza. Elio narrò tutta la vicenda occorsa a Persefone ed aggiunse che Ade, in quanto fratello di Zeus, era uno sposo degno e inoltre possedeva un vasto regno. Demetra, disperata per la sorte della figlia, punì tutta la terra inviando siccità, pestilenza e soprattutto punì la Sicilia che aveva tradito la sua fiducia acconsentendo al rapimento. Giunta in Arcadia suo fratello Poseidone cercò di sedurla. Demetra gli sfuggì prendendo la forma di una giumenta, ma poiché il cavallo era l’animale sacro del dio, questi si trasformò ottenendo così la soddisfazione del suo desiderio.
Demetra partorì il cavallo Arione e la dea Despoina, quindi si recò in una caverna. Fu ritrovata da Pan che svelò a Zeus il nascondiglio della dea. Zeus invio le Moire perché la facessero ragionare e alla fine Demetra accettò il matrimonio di sua figlia con Ade. Secondo l’Inno omerico a Demetra, la dea attraversò la terra in forma umana garantendo i benefici dell’agricoltura a coloro che le davano ospitalità e punendo quelli che si rivelavano inospitali.
Le figlie di re Celeo la videro e una di loro provando pietà per la dea la invitò nella loro casa per riposarsi. Demetra fu talmente colpita dall’ospitalità che si offrì di lavorare in quella casa. Metanira le affidò le cure di suo figlio Demofonte. Il bimbo crebbe rapidamente e Demetra cercò di renderlo immortale ungendolo d’ambrosia ogni giorno e mettendolo nel fuoco la notte per bruciare le sue parti mortali. Una serva scoprì ciò che Demetra stava facendo e lo raccontò alla sua padrona. Metanira corse dal figlio urlando e la dea furente per quell’interruzione gettò il bimbo sul pavimento. Poi riprendendo le sue vere sembianze ordinò a Celeo di erigere un tempio in suo onore a Eleusi e gli insegnò nuovi e segreti riti: i Misteri Eulesini.
Nel frattempo la terra era diventata sterile. Zeus comprese che se non avesse placato la dea, presto la razza umana si sarebbe estinta e gli dei avrebbero smesso di ricevere sacrifici. Mandò quindi Iride al tempio con la preghiera che la dea tornasse sull’Olimpo.
Demetra rifiutò. Si sarebbe ricongiunta agli altri dei solo quando Persefone sarebbe tornata da lei.
Zeus acconsentì, ad una condizione però. Persefone, durante la sua permanenza nell’Ade, non doveva mangiare nulla, poiché chiunque si nutra o si disseti nel regno dell’Ade vi appartiene per sempre. Zeus mandò Ermete a prendere la fanciulla e Ade acconsentì a lasciarla partire, non prima di averle regalato una melagrana. Quando Persefone giunse a Eleusi, Demetra le domandò se avesse mangiato qualcosa. Persefone negò, ma Ascalafo dichiarò di averla vista mangiare alcuni semi di melagrana e la ragazza dovette confessare.
Zeus decise quindi che Persefone dovesse trascorrere un terzo o metà di un anno nel regno di Ade. Quando il grano era sotto terra (dalla semina in autunno alla raccolta estiva) Persefone poteva stare sulla terra con sua madre. Quando il frumento veniva disposto nelle dispense, la dea doveva recarsi dal suo sposo lasciando la terra sterile e spoglia. Zeus mandò Rea a chiedere a Demetra di porre fine alle persecuzioni al genere umano e la dea acconsentì. Nominò Eumolpo sacerdote di Eleusi e diede a Trittolemo (il bimbo che Demetra aveva cercato di rendere immortale) l’arte dell’agricoltura perché l’insegnasse a tutti gli uomini.
Donò all’Attica l’albero del fico poiché un uomo di quel paese (Fitalo) si era dimostrato ospitale nei suoi confronti. Demetra presenziò alle nozze di Cadmo e Armonia e lì incontrò Giasone con il quale giacque in un campo di Cresta. Zeus si vendicò scagliando una folgore contro Giasone uccidendolo. Demetra diede alla luce due figli: Pluto (salute) e Filomeno (abile nel canto). In Tessaglia Demetra possedeva un bosco sacro che un certo Erisittone decise di abbattere per costruire una nuova stanza nel suo palazzo. La dea gli ingiunse d’abbandonare il progetto, ma vedendo che l’uomo persisteva nel suo intento gli accordò il permesso di procedere; sicuramente aveva bisogno di quella sala per i banchetti.
Colpì poi l’uomo con una fame insaziabile cosicché per quanto mangiasse continuava a dimagrire, ridotto all’accattonaggio finì con il divorare le proprie carni e mori.
I viaggi di Demetra rendono possibile la sua associazione a numerosi luoghi. Era conosciuta in tutto il mondo greco, particolarmente venerata dalle donne, le quali le rivolgevano preghiere per la fertilità loro e del paese.
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