ANTICO EGITTO DEI
Forse per ricordare l’operosità della mosca, che non sta mai ferma, il faraone dava come premio degli amuleti in oro a forma di mosca ai soldati che avevano combattuto con particolare valore e abnegazione in guerra.
L’”Ordine della mosca d’oro”, fu conferito per azioni ardite e coraggiose.
Sono stati ritrovati arpioni e ami risalenti all’età della pietra, e questo ci fa capire che il pesce del Nilo è sempre stato un’importante risorsa di cibo per la popolazione. Non era però un cibo ritenuto molto pregiato, anzi piuttosto vile e comune, tanto che talvolta i sacerdoti o i dignitari si rifiutavano di mangiarlo. La pesca era anche un’azione simbolica, che manteneva l’ordine del mondo e eliminava il caos. Il caos era descritto come ‘le acque primitive e gli Egizi avevano una certa forma di timore per tutto quello che giaceva sotto il livello del mare.
L’antica parola egizia per la parole ‘anatra’ è ‘Geb’ associata al dio della terra.
Nella concezione Egizia del mondo, Geb era unito in matrimonio con la dea del cielo Nut. L’anatra era anche sacra a Amon-Ra, insieme al gatto e all’ariete. Animali della famiglia della pecora come l’ibex, la gazzella e l’antilope erano anche sacri alla dea del Nilo Anukis ed erano associati con la fertilità.
Gli egizi iniziarono ad addomesticare il gatto per la sua abilità nel cacciare i piccoli roditori nelle abitazioni e dalle provviste di cibo. Una rappresentazione del dio del sole Ra fu “il grande gatto” protettore del corso solare dalle insidie del serpente Aphopis.
I gatti, e in particolare le gatte, dal Medio Regno furono considerati animali sacri alla dea Bastet.
Era una divinità molto popolare, figlia di Ra, che regnava sull’amore, sulla fertilità e sui giorni di festa. Bastet veniva raffigurata come un gatto o con la testa di gatto e il corpo di donna. Uno dei suoi attributi era la cesta, un oggetto che ancora oggi associamo ai gattini. Gatti sacri vivevano nel tempio di Bastet e quando morivano venivano mummificati e rivestiti di bende di lino. Il loro capo veniva ricoperto da una maschera in bronzo con la loro effige e la sepoltura consisteva in un sarcofago a forma di gatto seduto, collocato poi nel cimitero del tempio.
Lo scarabeo rappresentava una forma del dio sole Ra.
In natura, lo scarabeo crea una palla di sterco fresco nella quale depone le uova che poi fa rotolare in un luogo sicuro. Quando nascono i piccoli, questi dipendono dallo sterco come fonte di nutrimento. Gli egizi, vedendo lo scarabeo uscire dalla palla di sterco che poi spingeva, ritennero che l’insetto si creasse da sé e potesse essere paragonato al dio sole che spinge davanti a sé la palla del sole. Questo piccolo animale fu venerato da un lato come “Khepri”, colui che esce dalla terra, – un po’ come il sole che risorge ogni giorno- e dall’altro come Atum, dio demiurgo, autocreatosi, origine degli dei e dell’intero universo.
La pantera si riteneva avesse il potere di proteggere il sovrano. Era venerata perché connessa al dio sole e alla dea del cielo.
L’ariete con le corna ricurve era uno degli animali sacri al dio sole Amon-Ra, e a Khnum, divinità che gli Egizi credevano fosse, con la sua ruota da ceramista, il creatore di tutti dal fango del Nilo.