Da serva a imperatrice
DINASTIE – ROMANOV
La fortezza svedese di Marienburg è accerchiata da tempo e cannoneggiata dai russi.
La guarnigione che la difende è allo stremo, ma decide di non arrendersi. Piuttosto farà saltare in aria tutto.
Durante una tregua per l’evacuazione dei civili, che andranno prigionieri a Mosca, esce un pastore luterano, la sua famiglia e la giovane serva: una lituana di nome Marta Skavronskaja.
Marta non verrà portata a Mosca, ma condotta al quartier generale russo, dove il maresciallo Seremetev decide di prenderla al suo servizio. La ragazza si fa subito apprezzare: lava, stira, cucina e in poco tempo brucia le tappe. Dalla tenda del maresciallo a quella dello zar Pietro il Grande.
Marta ha tutte le doti per piacere allo zar: sensuale, con un carattere pratico e cordiale. Dolce e materna nei momenti d’intimità. Solo lei riesci a calmarlo quando lo zar ha delle crisi epilettiche. E’ sempre lei che va a prenderlo, quando ubriaco scivola sotto i tavoli, dopo aver festeggiato una vittoria.
Dalla loro relazione nasce un bimba. Marta si converte alla religione ortodossa e prende il nome di Caterina Alekseevna. Dopo pochi giorni lo zar la sposa segretamente.
Caterina cavalca con Pietro alla testa delle truppe, distribuisce vodka ai soldati conquistandosi così il titolo di zarina. Mette ordine nella sua vita, si batte per lui, lo difende. Nel 1711, per esempio, donando i suoi gioielli convince il gran vizir a risparmiare l’esercito russo.
Il popolo ha ormai dimenticato la vera zarina, rinchiusa in convento. E’ lei, Caterina Alekseevna che vive a palazzo con lo zar, che riceve gli ambasciatori facendosi ammirare per la sua cordialità e gentilezza.
Nel 1724 l’incoronazione.
Lo zar posa sulla sua testa una corona con duecentosessantaquattro pietre preziose ed un enorme rubino.
Tuttavia Caterina non fu la santa che può apparire. Oltre ad una relazione con Guglielmo Mons che costò all’amante una morte orribile per squartamento, non possiamo dimenticare le sue tresche politiche che caratterizzarono il suo breve regno.
Quando morì lo zar, Caterina affogò il suo dispiacere nell’alcool morendo precocemente nel 1727.