IL VELO DI ISIDE
Il caos è la fonte della nostra esistenza. il puro ordine di un concetto artificioso. L’Iside nera è antica e primordiale, legata alle necessità primarie e alla sopravvivenza, mentre l’Iside bianca è connessa allo sviluppo e alla resurrezione.
Ciascuna delle due necessita dell’altra, ciascuna si nutre dell’altra.
L’Iside nera è più antica, tuttavia dà all’Iside bianca la possibilità di venire generata dalle ossa della madre nera. L’Iside nera è il caldo delle grotte, la luminescenza delle pietre, il calore feroce e la luce della lava che scorre come il sangue della terra.
E’ oceanica, grande e vasta, le sue maree sono troppo grandi per essere percepite, ben diverse dalle maree orarie e quotidiane, solari e lunari di cui l’Iside bianca ne è la Signora.
Nessun attributo, sacerdote o sacerdotessa appartengono unicamente a una o all’altra dea.
Una sacerdotessa che abbia ferme radici nelle tradizioni dell’Iside nera, non perderà mai di vista necessità e concretezza, quindi sarà più umana e amabile di una sacerdotessa che abbia tagliato le proprie oscure radici per appropriarsi di una spiritualità fine a se stessa.
L’Iside nera e l’Iside bianca sono unite tra loro. L’una svetta come un obelisco alla luce del sole, l’altra è la pietra nascosta e radicata nella terra che assicura stabilità e permanenza alla figura sovrastante.
L’Iside bianca irradia luce, l’Iside nera è la proiezione della sua ombra. Nelle attività quotidiane è l’Iside nera a infrangere le abitudini e i divieti convenzionali in modo da poter permettere all’Iside bianca, con l’aspetto esteriore di Afrodite, di Hathor o di Sarasvati, di indurre all’amore e alla gioia.
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