ANTICO EGITTO
La biblioteca della salute.
Erodoto riferisce che la medicina egizia era fortemente specializzata. Le informazioni ci pervengono dal Papiro Smith che purtroppo non è integro, e dalla copia di un testo dell’Antico Regno completa di annotazioni per spiegare i termini più difficili.
Altra fonte è il cosiddetto Papiro Ebers. Una raccolta di casi di medicina estrapolati da trattati diversi. A questi papiri si aggiungono otto testi frammentari, alcuni contemporanei, altri posteriori, che sono semplicemente appunti scritti da praticanti o frettolose copie di originali andati perduti.
Da questi documenti si evince che la scienza trattava la chirurgia, la medicina generale e parecchie specializzazioni fra cui oftalmologia, ginecologia, pediatria, gerontologia e malattie dell’ano.
Come i loro colleghi moderni, i medici egizi esaminavano il malato, identificavano la malattia in base ai sintomi , ne prevedevano il decorso e l’esito e prescrivevano una terapia.
Sonno, dieta e purghe: le cure per tutti.
Le cure mediche consistono nel riposo, in una dieta adatta, e nella somministrazione di rimedi fra i quali i più frequenti sono i purganti.
Le ricette che ci sono pervenute indicano ingredienti per lo più vegetali. Raramente sono usati minerali come allume, rame, ossido di ferro, calcare, carbonato e bicarbonato di sodio, zolfo, composti arsenicali, carbone. Vi sono poi ingredienti che fungono da veicoli (birra, vino, miele, grassi animali, midollo, argilla).
Il rimedio veniva somministrato in forma di bevanda, pappa, pillole e cataplasma.
Le formule magiche rivolte a una divinità guaritrice venivano inserite nella cura solo per dare maggiore fiducia al paziente. Molti rimedi comportavano almeno un ingrediente raro e costoso spesso importato dall’estero.
Erano i medici che preparavano le loro ricette, ma si procuravano la materia prima da una organizzazione farmaceutica. Al momento di consegnare le medicine erano sempre prodighi di consigli sull’igiene.
Il cuore, motore della vita.
“Se il medico pone le mani sul capo, sulla nuca, sulle mani, sul luogo dello stomaco, sulle braccia oppure sui piedi, dovunque, egli ricade sul cuore, perché i suoi vasi conducono a tutte le membra”.
Dal Papiro Ebers, si deduce che i medici egizi ritenessero il cuore centro della vita e sembra anzi che già ricollegassero il suo battito a quello dei polso. I testi letterari descrivono inoltre il cuore come luogo della volontà e delle emozioni, oltre che sede dei peccato. Centro quindi dell’organismo umano fisico, psichico e spirituale è il cuore. L’importanza dei cervello non era considerata.
Nel Papiro Ebers si accenna anche al numero e alla posizione dei vasi che si originano dal cuore.
Essi portano aria alle membra, acqua ai polmoni, al fegato, alla milza e all’ano. Sangue e muco ai naso, ed ancora, sangue alle tempie, sperma ai testicoli, orina alla vescica ed, infine, escrementi all’ano. La dottrina è frutto evidente di osservazioni condotte, almeno in parte, su cadaveri, le cui arterie sono vuote e possono quindi sembrare condotti auriferi. Quanto ai vasi sanguiferi, essi sono in realtà vasi venosi, mentre gli acquiferi sono i vasi linfatici.
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